Come preparare un viaggio di caccia all’estero – Parte 3

Come preparare un viaggio di caccia “Mio Safari in Sudafrica”: Pre-azzeramento cannocchiali

Il pre-azzeramento cannocchiali si è rivelata una fase molto importante alla vigilia del mio safari in Sudafrica nel settembre del 2019. Esso ha rappresentato il primo passaggio pratico di quest’entusiasmante esperienza nella sua totalità.

Fare almeno una traguardazione di base dell’arma prima di partire mi ha permesso di risparmiare tempo e di evitare alla radice gli inconvenienti legati alle difficoltà della sua attuazione in loco. Grazie alla buona impostazione delle ottiche in questa fase ho provveduto agevolmente ad un azzeramento definitivo, una volta arrivato a destinazione.

Analogamente a tutti gli spostamenti ad ampio raggio, infatti, effettuarlo prima di arrivare nel luogo d’interesse avrebbe reso i dispositivi suscettibili di variazioni tali da determinare l’annullamento dei risultati ottenuti. Gli elementi che avrebbero vanificato gli effetti sarebbero stati sostanzialmente due:

  • una forte escursione termica da un luogo ad un altro;
  • le sollecitazioni e gli urti che subiscono le armi e le ottiche durante qualsiasi viaggio sulle distanze medio-lunghe.

Di seguito vediamo quali strumentazioni ho scelto, i vari passi della procedura eseguita con Alberto Cecchi presso l’Armeria Innocenti ed un confronto tra i risultati ottenuti in entrambi i casi.

INDICE:

  1. Scelta delle ottiche per il pre-azzeramento cannocchiali
  2. Pre-azzeramento cannocchiali: Yukon Jaeger 3-12×56
  3. Pre-azzeramento dispositivo Leupold VX5 315×44
  4. Confronto dei risultati del pre-azzeramento ottiche

Scelta delle ottiche per il pre-azzeramento cannocchiali

Il criterio per effettuare una scelta delle ottiche per il puntamento ha tenuto conto delle tecniche che avevo intenzione di utilizzare durante la mia escursione. Queste devono prendere sempre in considerazione la variabilità di comportamento dei vari animali, a costo di propendere per un’opzione insolita, com’è accaduto nel caso in essere.

Per prepararmi all’esplorazione, infatti, ho preferito usare due cannocchiali, uno a sgancio rapido per la caccia alla cerca e l’altro, con attacchi fissi, per quella all’aspetto. Personalmente, ho preferito iniziare con la prima modalità, in quanto questa presenta molte più difficoltà ed incognite rispetto alla seconda.

L’imprevedibilità di alcune specie tipiche della fauna selvatica africana, come lo gnu, lo springbok, l’antilope e l’impala, rende inutili ed infruttuosi gli appostamenti in alcuni punti specifici della zona da esplorare, pertanto è preferibile cacciare alla cerca. 

D’altro canto, aree come pozze d’acqua e fosse di fango sono perfette per abbattere facoceri, bushbuck e mountain reedbuck (tanto per fare alcuni esempi), quindi per le battute all’aspetto. 

Per ottenere un buon risultato, ho preferito contare su più metodologie di caccia, con un approccio di tipo misto nel caso dei kudu del Drakensberg, in Lesotho.

In occasione del mio safari in Africa del settembre 2019, l’arma che ho scelto è stata la carabina bolt action Sabatti Saphire ER, corredata di anelli metallici di seconda generazione QRV2. Si tratta di uno strumento leggero, facilmente trasportabile, compatto, maneggevole e perfetto sia per la caccia che per il tiro.

Su di essa Alberto ed io abbiamo fatto il pre-azzeramento del cannocchiale Leupold VX5 315×44 per le esplorazioni alla cerca, e dello Yukon Jaeger 3-12 x 56, dotato di attacchi fissi e capace di offrire una maggiore visibilità, fondamentale per gli abbattimenti all’aspetto.

Ma nella traguardazione prima di ogni trasferta rivestono un ruolo fondamentale anche le cartucce. Bisogna sceglierle con caratteristiche il più possibile simili a quelle che si troveranno a destinazione, se si sa con certezza di non avere alcuna possibilità di reperirle identiche. 

Nel mio caso ho usato la Full Metal Jacket da 174 grani in pre-azzeramento, che ha molto in comune con le munizioni acquistate in Sudafrica, ricaricate con i proiettili Horn SST da 180 grani.

Per questioni di praticità e per garantire la massima stabilità ai parametri ottenuti grazie a queste operazioni, abbiamo dato la precedenza alla regolazione dell’ottica che avrei usato nella seconda parte dell’escursione (Yukon Jaeger 3-12×56). 

In un secondo momento, abbiamo predisposto il cannocchiale che avevo intenzione di impiegare nella prima fase della battuta di caccia. In questo modo ho effettuato l’azzeramento definitivo del Leupold VX5 315×44 montato direttamente sull’arma, una volta arrivato sul campo.

 

Pre-azzeramento cannocchiali: Yukon Jaeger 3-12×56

Il primo passo da compiere ogni volta che si effettuano le operazioni di pre-azzeramento è verificare che il reticolo balistico (X20i, in questo caso specifico) e la canna dell’arma soddisfino il requisito di coassialità. Un’arma dotata di slitta Weaver Picatinny integrata al castello come quella che ho utilizzato durante il safari agevola il raggiungimento di questo risultato. L’impostazione iniziale, infatti, risulta molto vicina a quella desiderata.

Ogni situazione è a sé stante e l’assetto va analizzato caso per caso, poiché sono tanti i fattori che possono influenzare il percorso del proiettile verso il bersaglio. Pertanto Alberto ed io abbiamo fatto tutte le rettifiche opportune in questa sede, affinché sulle lunghe distanze non rimanessi più senza munizioni.

L’obiettivo da raggiungere era centrare la mouche a 66m: con la 180 grani e in 308, è proprio questa la distanza ideale per fare una traguardazione di base ottimale. L’alta accuratezza del montaggio ci ha permesso di arrivare ad un buon margine di errore sin dal primo tentativo, anche se più in basso rispetto al bersaglio. Alla seconda cartuccia, ci siamo avvicinati ancora di più al centro, pur con una leggera deviazione rispetto ad esso verso il basso a destra.

A questo punto Alberto ha adoperato quei pochi proiettili che bastavano a centrare perfettamente la mouche. Bilanciando la traiettoria con tre click più in alto e verso sinistra, ha portato a termine la procedura senza sprechi inutili di munizioni.

 

Pre-azzeramento dispositivo Leupold VX5 315×44

Giunti al cambio dell’ottica, Alberto ha rimontato i copri torrette ed abbiamo ripetuto l’operazione con il cannocchiale predisposto per la caccia alla cerca, dotato di una messa a fuoco, sia oculare che laterale, straordinaria. La traguardazione era finalizzata a verificare la coassialità tra stanga verticale del reticolo balistico, in questo caso Boone&Crockett, e la canna della Sabatti Saphire ER.

Questo dispositivo possiede due tarature, una per i proiettili small game e l’altra per i big game che, com’è noto, fanno parte di due classi di munizioni nettamente distinte. Per tale ragione è bene impostare un ingrandimento sul valore 14 per la regolazione della caduta balistica del reticolo.

Ho ottenuto dei risultati simili a quelli relativi alla prima ottica pre-azzerata e, sin dal primo colpo, ho avuto un riscontro reale molto vicino a quello desiderato. Ciò significa che montaggio e messa a punto hanno raggiunto un grado di accuratezza molto alto

Ci è bastato apportare delle piccole correzioni a livello delle torrette per fare mouche dopo pochissimi colpi, tre anche per questo cannocchiale. La Saphire ER non si smentisce: assicura prestazioni di rilievo senza sprecare cartucce.

 

Confronto tra risultati del pre-azzeramento ottiche

Alla luce di quanto abbiamo fatto, emergono alcune considerazioni di cui bisogna tenere conto. In base al confronto tra i due dispositivi di puntamento abbiamo avuto modo di vedere come i risultati ottenuti nel pre-azzeramento di entrambi siano simili.

Da ciò scaturisce una prima osservazione sulla canna della Sabatti Saphire ER: la sua stabilità è molto alta. Inoltre va notato che sono bastate poche munizioni per traguardare ben due armi. Sostituire un’ottica con un’altra molto diversa significa, di fatto, aver cambiato il dispositivo per sparare.

Tutto ciò è stato possibile grazie all’accuratezza del montaggio ed all’alta qualità sia dei cannocchiali che della carabina. In definitiva, ha influito non soltanto una certa abilità nel tiro, ma anche l’attenzione prestata alle fasi precedenti.

Una volta arrivato in Sudafrica mi è bastato effettuare un azzeramento definitivo sul campo con le cartucce trovate nelle rivendite in loco, previa preparazione in Bench Rest. A questo punto, arma e cannocchiali erano pronti per l’esperienza del safari.

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